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Da Bresciaoggi - Link all'articolo

Rolex, vino e gioielli: presi i big della truffa

Da sinistra i comandanti Salvatore Malvaso, Oreste Gargano e Massimiliano Addonisio  FOTOLIVE
Da sinistra i comandanti Salvatore Malvaso, Oreste Gargano e Massimiliano Addonisio FOTOLIVE

Talmente abili da vendere ghiaccio agli eschimesi. Talmente spregiudicati da pavoneggiarsi con i carabinieri che li hanno arrestati. I cinque truffatori finiti in manette per raggiri andati a buon fine in tutto in nord e centro Italia, per anni si sono spostati con abilità mietendo vittime. Avevano previsto anche un piano di fuga in caso di bisogno. Evidentemente non ha funzionato.

Oltre 50 le truffe consumate e tentate compiute nel 2015 e 2016 a danno di gioiellerie, negozi di elettrodomestici, giardinaggio, allevamenti di cani, pelliccerie, articoli sportivi. Merce sottratta con l'inganno per circa 400 mila euro e del genere più disparato: dalla barca da 25 mila euro alle antenne satelitari. A condurre le lunghe ed estenuanti indagini sono stati i carabinieri di Artogne, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Breno e dal Reparto operativo sotto il coordinamento della Procura della Repubblica.

Ieri mattina tre persone sono finite in carcere e due ai domiciliari. Si tratta di un 59 enne italiano residente a Darfo Boario Terme, una 35enne romena di Sale Marasino, un 29enne italiano di Pian Camuno, un 59enne italiano di Angolo Terme e un 53enne italiano senza fissa dimora. Per tutti l'accusa, a vario titolo, è di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe tramite la realizzazione e utilizzazione di documenti d'identità validi ai fini dell'espatrio e titoli di credito falsi.

La complessa attività investigativa è iniziata a ottobre 2016 quando all'azienda agricola Clarabella di Iseo (tristemente nota per l'omicidio della 25enne Nadia Pulvirenti, lo scorso 25 gennaio) furono acquistate 1200 bottiglie di vino dietro il pagamento di un assegno di 11.750 euro risultato poi falso. L'intuizione che quello non potesse essere un episodio isolato è stata premiata dalle indagini, non facili considerando l'elevata specializzazione del sodalizio criminale che si interessava a «qualunque cosa avesse valore e fosse immediatamente ricettabile» ha spiegato il tenente colonnello Gargano, comandante del Reparto Operativo.

SPACCIANDOSI per medici, professionisti, veterinari, contrattavano di persona con i negozianti per l'acquisto di Rolex, pellicce, gioielli, animali, pianoforti, moto... Spesso proponevano il pagamento in contanti per non destare sospetti, poi passavano alla proposta di pagamento con un assegno circolare. Con grande eloquenza, modi affabili, simpatia e professionalità conquistavano la fiducia dell'interlocutore e se questo chiedeva il documento sfoderavano con sicurezza la patente di guida, la carta d'identità e il codice fiscale. Tutto rigorosamente falso e calcolato: l’acquisto avveniva a ridosso del fine settimana o festività, così che la vittima non potesse fare controlli in banca. Tutta la merce veniva poi rivenduta scontata al 50 per cento del valore. Durante le perquisizioni sono stati rinvenuti in un residence di Sulzano i macchinari per falsificare i documenti, cinque chihuahua, 30mila euro, merce varia e una pistola perfettamente funzionante con munizioni e matricola non abrasa, ma non risultante nella banca dati. In un capannone di Bagnolo Mella, invece, c’erano centinaia di oggetti, un vero e proprio bazar.

«Ci stanno chiamando i colleghi da ogni parte d’Italia per capire se il materiale è stato rubato nel loro territorio» ha sottolineato il maggiore Salvatore Malvaso, comandante della Compagnia di Breno. I cinque alla vista dei carabinieri si sono sorpresi: «Per delle truffe state facendo tutto questo casino?» avrebbero detto. «Gente di eccezionale caratura delinquenziale che non esitava anche a truffare altri truffatori» ha concluso Malvaso.

Da BRESCIATODAY - Link all'articolo

Valcamonica: maghi della truffa nella rete dei carabinieri, bottino da 400.000 euro e 5 arresti

Assegni falsi e merce mai pagata: 5 arresti, truffa da 400.000 euro

In manette quattro bresciani e una donna residenti in Valcamonica: base operativa a Sulzano, magazzino a Bagnolo Mella. In due anni avrebbero messo a segno più di una cinquantina di truffe

Valcamonica: maghi della truffa nella rete dei carabinieri, bottino da 400.000 euro e 5 arresti

La loro base operativa (dove tra l'altro venivano preparati e stampati gli assegni falsi) a Sulzano, sul lago d'Iseo, il loro magazzino a Bagnolo Mella. I maghi della truffa in salsa bresciana: in circa due anni truffati almeno una cinquantina di imprenditori e commercianti. Valore della merce comprata e non pagata: più di 400mila euro.

Adesso rischiano grosso: sono cinque le persone arrestate dai carabinieri. Indagini che sono partite dalla Valcamonica e poi hanno coinvolto tutta la provincia e anche oltre, nel Nord Italia e fino al centro. Veri professionisti del raggiro: in manette ci sono finiti una giovane donna di 35 anni, di Sale Marasino, un 59enne di Darfo, un 29enne di Piancamuno, un 59enne di Angolo Terme e un 53enne senza fissa dimora, ma comunque riconducibile alla valle.

Le accuse: i malviventi sono accusati di associazione a delinquere, finalizzata alla commissione di truffe con realizzazione e utilizzo di documenti d'identità e titoli di credito falsi. Un modus operandi sempre simile a se stesso, ma sempre efficace.

Valcamonica: maghi della truffa nella rete dei carabinieri, bottino da 400.000 euro e 5 arresti

Si presentavano in azienda, vestiti bene e dall'ottima oratoria, spacciandosi per uomini d'affari, collezionisti, imprenditori o professionisti pronti a investire molto denaro. Si facevano offrire la merce, promettevano di pagarla prima in contanti e poi con assegno circolare, per ostentare sicurezza. E il metodo funzionava, eccome.

Agivano soprattutto nel fine settimana, o prima dei festivi: quando quindi le aziende non potevano controllare se gli assegni fossero coperti o meno. Non c'era tempo per accorgersi della truffa in corso: i soldi (ma nemmeno il conto) in quelle banche non ci sono mai stati.

Non solo assegni falsi: la banda rafforzava la propria identità (spacciandosi per medici, imprenditori, avvocati, commercialisti e altro) mostrando documenti e tesserini falsificati. Ostentando inoltre sicurezza, quasi spavalderia, che faceva passare ogni dubbio agli ignari venditori.

Valcamonica: maghi della truffa nella rete dei carabinieri, bottino da 400.000 euro e 5 arresti

Merce di piccola o media taglia, insomma facilmente trasportabile, ma anche oggetti importanti: su tutti una barca da 30mila euro, un pianoforte, perfino due costose moto da cross. Questo quanto i carabinieri hanno recuparto tra Sulzano e Bagnolo, ma soprattutto nella Bassa: a Bagnolo era allestito il “vero” magazzino.

I militari hanno sequestrato 30mila euro in contanti, un pianoforte, moto da cross, una barca, bottiglie di vino, vestiti e accessori costosi, mobili e oggetti per la casa, orologi di lusso. Addirittura cinque cani chihuahua, comprati (e ovviamente mai pagati) da un allevamento.

Prendevano la merce, non la pagavano, la rivendevano a metà prezzo (anche attraverso canali leciti) per farla sparire il prima possibile. In tutto sarebbero riusciti ad accumulare un bottino di oltre 400mila euro, senza contare la merce sequestrata dai carabinieri. Le loro vittime preferite: i negozi dei centri commerciali

 

Dal Corriere della Sera del 20 aprile 2017 - Link all'articolo

Cinque in manette, accertati cinquanta episodi. Per ogni colpo documenti e assegni falsi. Nel mirino dei carabinieri sono finiti nell’ottobre del 2016, quando fingendo di essere tre parenti imprenditori hanno acquistato 1.200 bottiglie di vino della cascina.

Nel mirino dei carabinieri sono finiti nell’ottobre del 2016, quando fingendo di essere tre parenti imprenditori hanno acquistato 1.200 bottiglie di vino della cascina Clarabella, cooperativa che si occupa dell’inserimento lavorativo e sociale di persone con disagio psichico. Un acquisto per dodicimila euro, saldato con un assegno circolare falsificato. Una truffa in grande stile: i tre avevano un aspetto distinto, lessico ricco, e al momento di chiudere la trattativa avevano anche arrotondato facendosi consegnare duecento bottiglie in più. Proprio lo stile ha tradito il promotore della banda. Il maresciallo Massimiliano Addonisio, comandante della stazione di Artogne, ha intuito che poteva trattarsi di un 59enne di Darfo in cui si era già imbattuto in casi precedenti . 

Da lì, da quella preziosa intuizione, è nata l’indagine che ha portato l’altro giorno all’esecuzione di cinque custodie cautelari, due in carcere e tre ai domiciliari. In cella sono finiti il capo banda, il 59enne di Darfo, e la socia, una 35enne di origine romena domiciliata in un residence a Sulzano. Arresti domiciliari per gli altri tre membri della banda: un 29enne che da Pian Camuno si era trasferito da poco sul lago di Endine, nella Bergamasca, un 59enne residente a Angolo e un 53enne senza fissa dimora. Una cinquantina le truffe accertate, per un valore di quasi mezzo milione di euro. Pensavano di essere intoccabili, di non correre rischi e, soprattutto, di non poter finire in galera. «Per un 640 tutto questo casino...» ha esordito uno dei cinque l’altra mattina quando i carabinieri hanno consegnato l’ordinanza di custodia cautelare chiesta e ottenuta dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani, prima di rendersi conto che nell’ordinanza non era contestata solo la truffa (art 640 del codice penale), ma anche l’associazione a delinquere finalizzata alla truffa e che questa volta era un guaio serio. Le perquisizioni hanno permesso di recuperare numeroso materiale, frutto delle truffe che la banda aveva messo a segno in varie regioni del Nord Italia, scendendo fino in Toscana e nelle Marche . 

 

Nell’appartamento di Sulzano sono stati trovati i cinque cuccioli chihuahua, mentre nel porticciolo del paese era ormeggiata una barca da ventimila euro, l’ultimo acquisto della banda. Nei computer i programmi per falsificare patenti e carte d’identità e i titoli di credito. A casa del capo banda e della donna i carabinieri hanno trovato anche una pistola Glock, con numero di matricola, ma non inserita in banca dati . La maggior parte della merce truffata è stata rinvenuta in un deposito che il gruppo aveva a Bagnolo Mella: c’erano pneumatici, bicicletta, una moto da cross, molti orologi - quasi tutti Rolex - un bracciale in oro bianco con brillanti tennis da 9.000 euro. Tra la merce anche un pianoforte: «L’ho preso per mia figlia» si è giustificato il capo. Identica la modalità usata per truffare i commercianti: prima la ricerca in internet del prodotto da acquistare, poi il contatto diretto, la contrattazione e il pagamento, sempre con assegno circolare. E sempre nei giorni che precedono qualche festività o le domeniche, per garantirsi più tempo per sparire e piazzare la merce. Gli acquirenti in molti casi erano già stati individuati: rischiano dall’incauto acquisto alla ricettazione . 

 

 

Dalla "Gazzetta delle Valli" - Link all'articolo

Artogne: blitz dei carabinieri, cinque truffatori seriali arrestati. Contestati 50 episodi

mercoledì, 19 aprile 2017

Artogne – I carabinieri della stazione di Artogne (Brescia), coadiuvati da quelli del Nucleo Operativo Radiomobile della Compagnia di Breno e delle stazioni di Edolo, Cevo, Darfo Boario Terme, Pisogne, nonché dai militari delle stazioni di Marone e Bagnolo Mella. della Tenenza di Seriate e della Sezione di Polizia giudiziaria – aliquota Carabinieri – della Procura della Repubblica di Brescia, hanno tratto in arresto in esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare emesso, su richiesta del Pubblico Ministero, dal Gip del tribunale di Brescia: un 59enne, italiano, residente a Darfo Boario Terme (Brescia), nullafacente, coniugato, censurato; una 35enne, residente a Sale Marasino, cittadina della Romania, incensurata, coniugata, nullafacente; un 29enne, italiano, residente a Pian Camuno, celibe, nullafacente, censurato;  un 59enne, italiano, residente in Angolo Terme, celibe, nullafacente censurato e un 53enne, senza fissa dimora, nullafacente, censurato.artogne - truffa - carabinieri 0

Tutti sono  ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di truffe tramite la realizzazione e utilizzazione di documenti d’identità validi ai fini dell’espatrio e titoli di credito falsi.

La complessa attività investigativa, coordinata in ogni fase dalla locale Procura della Repubblica, ha preso avvio dalla truffa perpetrata, nel decorso mese di ottobre 2016, ai danni dell’Azienda agricola “Clarabella” di Iseo, durante la quale furono acquistate bottiglie di vino dietro pagamento di un assegno di 11.750 euro poi risultato falso.

Oltre 50 le truffe consumate e tentate (perpetrate nel 2015 e 2016) a danno di esercizi commerciali (gioiellerie, negozi di elettrodomestici, giardinaggio, allevamenti di cani, pelliccerie, articoli sportivi) di Lombardia, Piemonte, Trentino Alto Adige, Toscana, Veneto, Liguria, per un ammontare complessivo superiore ai trecentomila Euro.

I cinque arrestati, abilissimi nel presentarsi negli esercizi commerciali con fare signorile e distinto, dietro pagamento di assegni e esibizione di documenti falsi, si facevano consegnare merce per migliaia di euro.

Spesso le truffe avvenivano il fine settimana o a ridosso di festività e i commercianti si avvedevano di quanto accaduto solo dopo alcuni giorni, stante la chiusura degli Istituti di credito.

Gli arrestati, che hanno dimostrato di possedere una eccezionale professionalità delinquenziale, avevano già pronto un piano di fuga per l’estero. Durante le perquisizioni, contestuali alle esecuzioni, sono stati rinvenuti e sequestrati i macchinari necessari per falsificare i documenti, la somma contante di circa 30mila euro e moltissima merce di provenienza delittuosa.

E’ stata altresì rinvenuta una pistola illegalmente detenuta dai due promotori dell’associazione, il 59enne di Darfo e la donna romena, che sono stati pertanto tratti in arresto, anche poiché ritenuti responsabili, in flagranza del reato, di illegale detenzione di arma da fuoco.

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