Rassegna Stampa

Foto dal Giornale di Brescia

(red.) Una pentola a pressione nascosta in uno zaino. E’ partita da lì l’esplosione all’alba di venerdì 18 dicembre, alle 4,30, davanti all’ingresso della scuola di polizia Giudiziaria Amministrativa Investigativa (PolGai) di via Veneto a Brescia. La deflagrazione ha provocato danni alla sede dell’istituto, lasciando intatta la vetrata del portone, e ad alcune auto in sosta lungo la strada. Subito dopo il botto, sentito in modo nitido dai residenti anche a centinaia di metri di distanza, sono state allertate le forze dell’ordine per quello che, secondo alcuni potrebbe essere un attentato. Sul luogo è giunta la polizia con gli agenti della Digos di Brescia ad avviare le indagini e i vigili del fuoco. Nell’esplosione nessuno è rimasto ferito vista l’ora e dal momento che la scuola era chiusa.
L’attenzione degli inquirenti si è subito rivolta alle telecamere di video sorveglianzapresenti all’esterno dell’edificio. Dalle immagini si nota la presenza di un individuo a volto coperto, sembra giovane, mentre posa lo zainetto davanti all’ingresso della scuola. Poi in dieci minuti riesce ad allontanarsi, nel modo ancora da accertare, prima che il pacco scoppiasse. La polizia sta continuando ad esaminare il video per cercare alcuni elementi utili alle indagini, mentre alle 10 si è sollevato un elicottero per controllare la zona, in parte interdetta al traffico. Vanno avanti i rilievi della polizia scientifica che hanno fatto rimuovere anche le bandiere sui pennoni per verificare la presenza di esplosivo.
I residenti, interpellati dalle forze dell’ordine, hanno detto di essersi resi conto da subito che si trattasse di una bomba. L’obiettivo era sicuramente la scuola di polizia che ospita 270 posti letto, aule di studio, un poligono di tiro e varie sale per la simulazione investigativa. Gli inquirenti sono al lavoro per capire se si sia trattato solo di un atto intimidatorio o di qualcosa più grave. Al momento non è ancora arrivata alcuna rivendicazione. Dopo l’episodio sono arrivati anche i primi attestati di solidarietà alla polizia bresciana da parte del presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e dall’assessore alla Sicurezza Simona Bordonali.